Cartignano fu uno il movimento partigiano della valle Maira

nei giorni successivi all’8 settembre del 43 L’osteria dei fratelli Acchiardo vede riunirsi uomini che prima si aggregheranno alla “Banda Carboni” e più tardi confluiranno in larga misura nel movimento Giustizia e Libertà. Posto nella parte più stretta della bassa Maira, il paese era punto di incrocio dei percorsi partigiani che mettevano in comunicazione, a quote non troppo elevate, le valli poste tra Saluzzese e Cuneese.

Salendo in direzione della borgata Galliana si raggiungevano infatti le postazioni garibaldine di Norat e S. Anna di Roccabruna e di li la Varaita, mentre sul versante destro, passando per Ruata Prato o Piossasco si conquistava il crinale della valle Grana, sopra Monterosso e Pradleves. Proprio per la sua posizione geografica, dominante sul fondovalle e sull’incrocio tra Maira e Grana, la borgata “Santa Margherita” (m. 1326 s.l.m.) fu scelta come quartier generale dalle formazioni GL della valle, guidate da Detto Dalmastro In quel nido d’aquila cos sicuro trovarono rifugio ed ospitalità partigiani di ogni colore e provenienza, che vi approdavano temporaneamente per riprendersi dai rastrellamenti nelle loro zone di insediamento. dei luoghi in cui ebbe origine.

Più in basso, a Paglieres, in seguito agli accordi di Barcelonnette, si installa l’ufficiale di collegamento francese Jean Lippmann (Lorrain) e collabora attivamente con la Resistenza locale fino a giugno inoltrato quando, tornato in Francia per un’azione vi troverà la morter Cartignano fu uno dei centri logistici principali della “Repubbliça della Valle Maira” e trovò pressoché totale distruzione nell’offensiva nazifascista del luglio 1944, che a quell’esperienza pose fine. La distruzione di oltre cento case, fienili, stalle, costrinse la popolazione ad una drammatica ricerca di aiuti e ne rese problematica la sopravvivenza nel seguente, durissimo inverno, senza che per questo venisse meno il suo sostegno alla Resistenza.