Le origini del Castello di Serravalle si perdono lontano nel tempo. Monete romane, ritrovate al suo interno ci ricordano che doveva essere luogo fortificato fin dall’antichità. Rafforzato e ampliato ai tempi della Signoria Caminese (1154-1335), durante il dominio della sere nissima ospitò il Rettore Veneto di Serravalle fino al 1769 quando il palazzo pretorio crollo. Le forme attuali sono dovute alla cura amorevole dell’ing. Francesco Troyer che lo restaurò durante gli anni trenta. Oggi incorpora anche casą, Fighera sulla quale sono ancora visibili i segni delle fuci- late dei soldati italiani che in- tendevano snidare un nucleo di austroungarici, nel corso degli ultimi combattimenti della battaglia di Vittorio Veneto.
La quadrangolare piazza pavimentata è sempre stata il cuore di Serravalle. Delimitata dalla Strada Regia e dal corso del Meschio fin dal Medioevo vi si svolgeva il mercato. La contornano la Loggia quattrocentesca, la chiesa, il Monte di Pietà, alti ed eleganti palazzi signorili, negozi, osterie, trattorie Anche dopo l’unione con Cenedo, Piazza Flaminio rimase uno degli spazi più vivi della città. All’arrivo degli occupanti la Loggia ospitò gli ambulatori sanitari tedeschi istituiti per la vaccinazione obbligatoria della popolazione civile La piazza venne adibita a parcheggio per gli automezzi e a punto oi raccolta per le truppe in transito e dei prigionieri. Una scelta motivata dalla pavimentazione, ma non priva di valore simbolico perché in questo modo il nemico occupava uno dei cuori della citta. E non a caso fu proprio in questa antica piazza che il 30 ottobre 1918 il Re incontrò il generale liberatore Francesco Saverio Grazioli e la folla festante di soldati e vittoriesi.

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